Il brand è una idea. Il brand è l’idea del nostro valore offerto è riuscito a creare nella mente del cliente che dovrà sceglierci, mediato da tutto quanto gli altri diranno di noi.
Tutte le decisioni legate alla nostra identità contribuisco a generare questa idea: ciò che diciamo, ciò che facciamo, ciò che non diciamo, ciò che non facciamo e, comunque, come lo facciamo.
E se questo è valido in un mondo di scelte, è valido certamente nell’arena politica, anche laddove i candidati fossero solo due, come nel caso delle presidenziali americane.
Il rebranding, poi, è un’operazione strategica che si rende necessaria ogni qual volta il valore che il brand esprime, ovvero la sua strategia, muta e rende quindi necessario una ridefinizione di tale identità, perché sia coerente con la nuova promessa e con il brand che si intende creare nella mente del nostro target.
In questi giorni, dopo l’annunciato ritiro del presidente Biden, il team di Kamala Harris è stato impegnato ad avviare il rebranding per quella che potrebbe diventare la nuova candidata democratica, virando dal ruolo di vicepresidente. Un cambio strategico che richiede un rebranding del suo personal brand, che pure vedrà compimento con l’attesa nomina ufficiale da parte del mondo democratico il prossimo agosto. Tale rebranding che si rende necessario per staccare la propria figura dall’ombra del 46esimo presidente, delineare agli elettori (e al mondo) chiaramente la propria identità e i propri elementi differenzianti, per poter essere scelta alle prossime elezioni presidenziali, diventando quindi il 47esimo presidente.
Dall’annuncio del ritiro del presidente Biden, quindi, in poche il team di Kamala Harris ha realizzato 6 diversi loghi che prevedevano, tra gli altri, una ipotesi di ritorno alla comunicazione che aveva accompagnato la campagna 2020. La scelta però è stata quella di elaborare quello che è stato, fino a quel momento, il logo utilizzato nell’ambito di quest’ultima campagna in cui la Harris era già coinvolta, eliminando il nome Biden, ma conservandone font e colori, rassicurando quindi tutti gli elettori, sulla vicinanza al solco fin qui tracciato.

Fonte: Harris for President (Fastcompany.com)
E’ stato poi modificato il payoff, ovvero lo slogan che sinteticamente esprime la promessa distintiva offerta al proprio target. In particolare, il payoff è passato da: “Together we can finish the job!” a “Let’s WIN this!”
Oltre a questi elementi, e tutti quelli che si potranno apprezzare con la sua attesa investitura da parte del partito democratico, certamente si rafforzano in queste ore una serie di importanti elementi differenzianti della Harris rispetto al suo predecessore, in particolare le scelte di comunicazione per tono e canali utilizzati, a fronte dalla evidente volontà di interagire e conquistare il pubblico più giovane.
Sbarcata da poche ore su Tiktok, raccogliendo in modo fulmineo milioni di follower, ha ricevuto l’endorsement anche da parte della cantante britannica Charli XCX, da oltre 3 mio di follower, autrice dell’album “BRAT”.

Fonte: X.com
“Essere ‘brat’, ha spiegato la cantautrice, vuol dire essere “una ragazza che è un po’ un casino, a cui piace divertirsi, anticonformista, libera, molto onesta, diretta, un po’ volatile, questo è brat”. (fonte RAINEWS).
Il team social della Harris ha subito sposato tale endorsement adottando font e colori nel profilo KamalaHQ, il profilo originariamente dedicato alla campagna, anch’esso rinominato nel quadro del rebranding avviato.
In tutti i canali Kamala conferma la scelta di un tono di voce autentico, diretto, trasparente e non retorico, cosi importante per il pubblico dei social a cui intende parlare, lontano dal linguaggio tipico della politica delle generazioni più anziane.
In poche ore è stato poi messo online il nuovo sito, destinato alla raccolta fondi per sostenere la campagna. È interessante osservare come se nell’ambito della precedente campagna del presidente Biden, 46esimo presidente, il taglio delle possibili offerte prevedeva anche la possibilità di versare 46 dollari …. ora è possibile versare…. 47 dollari.


Fonte: Kamalaharris.com & joebiden.com
Un rebranding solo avviato, quindi, ma rilevante nella necessità di creare un nuovo brand nella mente delle persone che andranno a votare (e del mondo) attraverso la creazione di una identità forte e differenziata, comunicata attraverso segni, canali e contenuti coerenti.
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