Nelle ultime ore una parte di mondo ha cercato, naso all'aria, di essere testimone di un evento astronomico raro quanto storicamente impressionante per l'umanità: l'eclissi di sole. Circa 4 minuti e 30 in cui la Luna ha oscurato completamente il disco solare, perfettamente allineata con Terra e Sole.
E se non l'avete vista, in attesa della prossima eclissi prevista nel 2026 (questa volta visibile anche in Europa), provate a googolare "eclissi di sole".
Inevitabile che questo evento finisse con attirare anche alcuni brand, desiderosi di associarsi a un evento cosi emblematico per l'intera umanità.
Tra questi, Donald Trump. Il candidato alle presidenziali americane ha diffuso un video promozionale di sè in cui ha riproposto il fenomeno dell'eclissi, utilizzando l'emozionante colonna sonora di "2001 odissea nello spazio.
Al di là di ogni considerazione politica, questo video fornisce lo spunto per una riflessione che riguarda tutti i brand, siano essi di prodotto o relativi a persone (personal brand).
La ricerca spasmodica di una posizione di primo piano, spinta da un ego di dimensioni planetarie, ha messo il candidato in una curiosa posizione: nel video ha assunto il ruolo di chi è in grado di oscurare il sole (Biden?) e rispedire il mondo nell'oscurità.
Era questo l'obiettivo auspicato? Difficile da credere.
Uno spunto interessante, quindi, per ricordare che l'ego del management non deve portare a limitare la valutazione della portata delle proprie azioni sul brand, sulla sua immagine e, quindi, sulla sua equity.
Molte volte, infatti, ci si trova a riflettere come sia possibile che le imprese commettano certi errori e la risposta, spesso, è legata all'eccesso di sicurezza che i manager possono riporre nelle proprie decisioni che porta a non considerare l'effetto che tali azioni potrebbero generare nella percezione del proprio cliente (elettore).
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