Gli ingredienti per un blockbuster ci sono tutti:
la storia tragica di violenza domestica riproposta nelle aule di un tribunale in cui è possibile, però, spiare, origliare e seguire tutto in diretta... perché i protagonisti in questo caso sono due attori di Hollywood capaci d'incarnare, soprattutto nel caso del protagonista maschile, personaggi di culto amati in tutto il mondo.
E' iniziato da qualche giorno il processo negli Stati Uniti con cui Johnny Depp ha denunciato per diffamazione la ex moglie, Amber Heard, dopo l'articolo in cui, pur senza citarlo, essa si dichiarava vittima di violenza, nel pieno del movimento #metoo.
A seguito di queste dichiarazioni, la Disney prese le distanze da Depp, pronto a rivestire i panni, per la sesta volta, del celeberrimo Jack Sparrow e di lì a poco anche la Warner decise di rinunciare all'attore, protagonista della saga "Animali fantastici".
In questi giorni quindi si è aperto il processo per il quale l'attore ha citato la moglie per 50mio di dollari per diffamazione, con l'intento dichiarato di salvaguardare la propria reputazione di padre prima ancora che di attore, cui ha risposto l'attrice con una controdenuncia per 100mio di dollari, per averla definita una ladra. Prevedibile ed inevitabile la grande attenzione mediatica sul processo, trasmesso in diretta streaming da molti canali, condividendo in diretta audio e video, miseria umana, dolore e paura dei protagonisti.
E se sarà la giuria nelle prossime settimane a decidere quale dei due ex coniugi abbia ragione, il pubblico della rete ha già decretato la vittoria di Depp, schierandosi nettamente dalla sua parte.
Se è vero che l'attrice inizierà a testimoniare ad ore, i social hanno ad oggi incoronato Depp come vincitore assoluto, schierandosi in modo quasi compatto dalla sua parte con l'hashtag: #justiceforjohnnydepp
(il profilo dell'attrice si presenta chiuso ai commenti).Una battaglia social, che prosegue anche a colpi di account fake (molti in difesa dell'attrice).
Si tratta, quindi, di un processo per la difesa, ed il recupero (se mai possa essere totalmente possibile) della propria reputazione, la propria personal brand image, la cui compromissione (umanamente devastante) ha allontanato molti brand con cui l'attore lavorava da anni con enorme successo.
E' però interessante considerare come i protagonisti, difesi ed accusati, oggi vadano al di là dell'aula di tribunale, per estendersi ai brand di cui i protagonisti erano testimonial o collaboratori.
Per i brand, la scelta di un testimonial è una scelta fondamentale di qualcuno che possa personificare le caratteristiche del proprio brand e, renderle visibili e ambite, per un consumatore con cui costruire sempre più relazioni basate su emozioni e adesione ai valori espressi. In questo caso, i brand riconducibili ai due attori sono anch'essi protagonisti, esaltati e attaccati in queste ore dal pubblico della rete che ha scelto il suo vincitore.
Grande è il supporto dichiarato a Dior, per non aver mai abbandonato l'attore, testimonial del suo profumo Sauvage, anche dopo l'uscita dell'articolo incriminato.

L'intervento pronto, sui social, del brand ha smentito tale dichiarazione, dal momento che il prodotto mostrato venne lanciato successivamente alla fine del matrimonio tra i due attori.
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